L'InCantoTerapia nasce dalla consapevolezza che il canto possiede un potere unico e trasformativo. Attraverso la vibrazione della voce, questa pratica meditativa ci invita a immergerci in uno stato di profonda quiete e connessione con noi stessi. Ogni nota diventa un ponte verso la calma, l'equilibrio e una più profonda capacità di Ascolto.
Scoprire l'InCantoTerapia significa abbracciare un'avventura interiore, che dolcemente ci aiuta a scendere in profondità senza sentirsi sopraffatti dai "draghi" interiori, trasformando anche le energie più grossolane in serenità, armonia, risvegliando una consapevolezza più profonda. È un momento di introspezione e crescita spirituale che celebra la forza terapeutica della voce.
Sto lavorando ad un manuale per guidare i principianti
e dare qualche chicca ai più esperti.
Alla base della pratica ci sono esercizi fisici per il diaframma, esercizi di respirazione per il controllo dell'aria e mantra.
Però InCantoTerapia è anche creatività,
saper improvvisare su qualsiasi base musicale
tirando fuori quello che abbiamo dentro
e trasformarlo in qualcosa di incantevole.
Mentre aspettiamo l'uscita del manuale,
vi rimando ad un album concettuale che ho fatto diversi anni fa.
Nei testi ci sono spunti e "segnali" spirituali, anche di tecniche, maturati durante il mio percorso di crescita.
Questo album concettuale è una evoluzione, un viaggio dal centro della città verso la campagna, dal casino al silenzio. Le prime 3 tracce esprimono letteralmente questo, dove la città è rappresentata dalla musica elettronica
e la campagna dalle sonorità reggae.
Nel silenzio nasce la musica, e la scoperta del suo potere terapeutico (traccia 4),
ma una volta tornato il suono torna la forma, e con la forma le maschere. Con le maschere l'individualizzazione, e con questa la divisione e il conflitto (traccia 5).
Nel caos dell'identità arriva l'esempio di qualcuno, l'archetipo del messaggero, che rivela che non importa la forma che viene presa ma l'essenza contenuta (traccia 6).
Di nuovo si oscilla però, la fede vacilla nei cuori di chi empatizza con gli altri, e la percezione del dolore porta ulteriori sconvolgimenti interiori (traccia 7).
Ma come ogni crisi che si rispetti, finisce con una soluzione,
una luce che ridà forza, coraggio e speranza (traccia 8).
Siamo quasi alla fine del viaggio, che tra un estremo e l'altro ci ha fatto maturare la saggezza e i Doni che possiamo dare e condividere (traccia 9).
Infine, la dualità viene trascesa, e l'ultima traccia dell'album cambia il nome
di questo: da Diviso a Metà diventa Unito da Metà, Tao (traccia 10).
La traccia 11 è una ghost track per pochi intimi, e la 12 è una bonus track
in onore del mio compare di scorribande canore: Jekesa.
Gli anni con Jack (e tutta la 1up) sono stati intensi, all'ordine del confronto, messa in discussione, una grande palestra di stile e poesia,
alla ricerca infinita delle parole migliori per non tradire l'essenza nostra
e dei messaggi che volevamo comunicare.
Trovate tutto l'album su YouTube.
Anche Jekesa lo trovate facilmente nella Do Your Thang Records.
Concludo questo capitolo condividendo un omaggio a Pirandello a cui ho contribuito nell'album di Jekesa "Jake Blues".